La storia di Milano in sette grafiche
Questa sezione racconta attraverso i dati alcuni aspetti della storia della città nel tempo: le principali tematiche socio-demografiche ed economiche vengono esposte in 7 grafici, a partire dal primo anno da cui sono disponibili le registrazioni ufficiali dei dati.
La popolazione di Milano dal 1880
I primi dati registrati sulla popolazione di Milano risalgono al 1880: in quell’anno gli abitanti erano 305.488. In circa 50 anni la popolazione è più che triplicata, superando la soglia di un milione nel 1933, fino a raggiungere il picco massimo nel 1973 con oltre 1.700.000 residenti.
La curva ha poi iniziato a decrescere e la popolazione si è assestata intorno a 1.300.000 abitanti per tutto il primo decennio degli anni 2000. Con l’eccezione del calo del 2022 legato alla pandemia da COVID-19, il trend evidenzia nel secondo decennio degli anni 2000 una ripresa: dal 2019 infatti la popolazione ha superato 1.400.000 abitanti.
Fonti: ISTAT dal 1880 al 2002. Anagrafe CDM dal 2003. (Dopo la revisione anagrafica del 2003 si prosegue con il dato anagrafico).
Info accessibilità: il grafico descrive l’andamento della popolazione residente a Milano dal 1880 al 2024. Il testo sopra il grafico descrive i dati in modo più dettagliato.
Di seguito si riportano i dati del primo e ultimo anno e i picchi più rilevanti: nel 1880 i residenti erano 305.488 e a dicembre 2024 risultano 1.407.044. Il picco più alto si ha nel 1973 con una popolazione di 1.743.427.
Nati vivi residenti dal 1880
La raccolta dei dati del numero dei bambini nati vivi con residenza a Milano parte, come per la popolazione, nel 1880: in quell’anno furono 9.739.
Il numero dei nati resta per molti anni tra i 10 e 15 mila, con un primo forte calo nel 1918, in concomitanza con la I Guerra Mondiale, a cui segue una ripresa fino al 1940 e i crolli successivi legati alla II Guerra Mondiale.
Nel secondo dopoguerra il picco più basso si rileva nel 1951 (11.816 nati); dagli anni successivi gli effetti della ripresa economica si ripercuotono sulla società e sulle famiglie: il baby boom dura oltre 10 anni, facendo segnare nel 1964 il picco più alto delle nascite (oltre 27.000) che iniziano negli anni successivi a essere più contenute (nel 1973 poco più di 23.000).
Dal 1974 al 1987 il calo delle nascite è particolarmente rapido (nel 1987 sono nati solo 9.489 bambini). Soltanto dopo oltre 10 anni, nel 1998, i nati tornano a superare la soglia dei 10.000 per anno, anche grazie alla presenza crescente di famiglie di origine straniera che si caratterizzano per una più elevata fecondità. Dal 2000 al 2021 pur con alcune oscillazioni il numero dei nati resta tra le 10.000 e le 12.000 unità, con una tendenza alla contrazione: dal 2022 le nascite scendono infatti sotto le 10.000 unità.
Fonti: ISTAT dal 1880 al 2002. Anagrafe CDM dal 2003.
Info per accessibilità: il grafico mostra il numero dei nati vivi con genitori residenti a Milano dal 1880 al 2023. Il testo sotto il grafico ne descrive il contenuto informativo.
Di seguito si riportano i dati del primo e ultimo anno e i picchi più rilevanti: nel 1880 le nascite sono 9.739 e nel 2023 sono 9.414, due numeri simili all’inizio e alla fine del periodo, caratterizzato tuttavia da un’alta variabilità: il picco negativo si ha nel 1918 con 7.468 nati e quello positivo nel 1964 con 27.427.
Tassi di natalità e mortalità dal 1880
I tassi di natalità e mortalità indicano quanti sono i nati o i morti per 1000 residenti in un certo anno.
Durante l’intero periodo considerato entrambi i tassi calano: superano entrambi il valore di 31 per 1000 abitanti nel 1880 per scendere fino a 9,9 morti e 6,6 nati per 1000 abitanti nel 2023.
Il tasso di natalità che nel 1880 è 31,9 supera sempre il tasso di mortalità fino al 1975 con l’eccezione dei periodi delle guerre mondiali e dei primissimi anni ’50.
Dal 1976 in poi il tasso di mortalità (sceso a 10,4 e tendenzialmente stabile) supera sempre il tasso di natalità (sceso anch’esso a 10,2).
Info per accessibilità: il contenuto informativo del grafico è descritto nel testo esplicativo sopra l’immagine.
Matrimoni civili e religiosi dal 1948
Un grafico che rappresenta con chiarezza il cambiamento culturale nel tempo è quello relativo ai matrimoni in città.
Due linee si intersecano e si allontanano in momenti storici diversi: quella dei matrimoni religiosi e dei matrimoni civili.
Nel secondo dopoguerra e per i due decenni successivi, i matrimoni in città sono cresciuti rapidamente superando in alcuni anni i 10.000. Di questi oltre il 95% erano religiosi.
Il picco delle nozze religiose è del 1963 (11.929), ma il numero inizia a scendere costantemente. Dal 1970 crescono invece i matrimoni con rito civile (anno in cui la legge sul divorzio ha recepito i cambiamenti culturali in atto) con un picco di 3.419 matrimoni nel 1973. Dagli anni 70 in avanti il trend della riduzione dei matrimoni religiosi continua inesorabilmente, mentre si assesta il numero di quelli civili che dal 2002 supera quelli religiosi.
Il 2020 segna un calo in entrambe le tipologie a causa dell’emergenza Covid-19 e, in completa controtendenza rispetto al 1948, nel 2023 i matrimoni religiosi sono solo del 18% del totale.
Info accessibilità: il grafico mostra i matrimoni in città, distinti per rito civile e religioso dal 1948 al 2023.
I matrimoni religiosi che erano 8.089 nel 1948 crescono rapidamente nei decenni del dopoguerra fino a raggiungere un picco positivo nel 1963 con 11.929 matrimoni, per poi scendere rapidamente e inesorabilmente fino al 2023 con soli 2.270 matrimoni religiosi. Il picco negativo si registra nel 2020, anche a causa della pandemia, con soli 1.267 matrimoni.
Per quanto riguarda i matrimoni celebrati con rito civile, che nel 1948 erano 396 (meno del 5% del totale dei matrimoni) l’andamento è opposto, cioè dopo un periodo di relativa stabilità si assiste a una crescita, soprattutto a partire dagli anni ‘70: il picco si ha infatti nel 1973 con 3.419 matrimoni. Da quell’anno in avanti si assiste a una leggera decrescita per arrivare nel 2023 a 2270 matrimoni. Anche in questo caso il picco negativo si ha nel 2020 con 1.267 matrimoni.
Dal 2002 in poi i matrimoni civili superano sempre quelli religiosi.
Tasso d'inflazione dal 1971
Il tasso d’inflazione misura la variazione percentuale media dei prezzi di beni e servizi in un dato periodo. Nel grafico sono evidenti gli effetti delle crisi petrolifere degli anni ‘70, che causarono un’inflazione a due cifre in molti paesi e quelli delle politiche monetarie restrittive degli anni ’80 che hanno ridotto l’inflazione stabilizzandola intorno al 2 - 3% nei decenni successivi.
Dopo la crisi finanziaria del 2008-2009, l’inflazione è rimasta a livelli molto contenuti o addirittura negativi per oltre un decennio. Dal 2021, a causa della pandemia e delle forti tensioni sui prodotti energetici dovute anche alla guerra in Ucraina, l’inflazione ha registrato un forte aumento, per scendere di nuovo dal 2024.
Info accessibilità: il grafico mostra l’andamento del tasso di inflazione dal 1971 al 2025.
Tasso di occupazione a Milano e in Lombardia dal 1993
Il tasso di occupazione è definito come il rapporto tra gli occupati in una determinata fascia di età e la corrispondente popolazione della stessa fascia di età.
Dal 1993, il mercato del lavoro a Milano e in Lombardia ha attraversato diverse fasi, influenzate da cambiamenti economici e sociali. Dal 1993 l'occupazione è cresciuta fino al 2008, anno a partire dal quale la crisi finanziaria ha travolto tutti i settori dell’economia provocando una riduzione del reddito e dell’occupazione.
Solo tra il 2017 e il 2018 il tasso di occupazione (sia a Milano che in Lombardia) ritorna su livelli pre-crisi con un punto di massimo nel 2019, seguito poi dalla flessione dovuta alla pandemia e una successiva ripresa dal 2022.
Per tutto il periodo Milano ha fatto registrare tassi di occupazione più alti rispetto alla media regionale.
Tasso di disoccupazione a Milano e in Lombardia dal 1993
Il tasso di disoccupazione è il rapporto tra il numero di persone in cerca di occupazione in una certa fascia di età e le forze lavoro della stessa fascia di età. (Le forze lavoro sono la somma di occupati + persone in cerca di occupazione).
Dal 1993, i tassi di disoccupazione a Milano e in Lombardia hanno mostrato variazioni significative.
Nella seconda metà degli anni ‘90 il tasso in Lombardia si è ridotto fino ai valori molto bassi dei primi anni 2000, delineando un periodo caratterizzato da una relativa stabilità economica e da bassi livelli di disoccupazione.
Dal 2009 il mercato del lavoro risente della crisi economica globale e la disoccupazione inizia a crescere raggiungendo il picco più alto nel 2014 con un tasso dell'8,1% a Milano e dell’8,2% in Lombardia.
Successivamente, pur con fasi alterne, si osserva una graduale riduzione della disoccupazione, fino alla crisi causata dalla pandemia da Covid-19 che vede risalire i tassi sia in Lombardia che a Milano, che si contraggono nuovamente a fine pandemia.